La chiesa di san Donato in Greti ha sede nelle campagne di Vinci, ai piedi del Montalbano: deve il suo nome “in greti” alla natura del terreno formato da argilla e residui di conchiglie palustri, natura che oggi ne sta minando la stabilità. Nella piatta muraglia absidale è incluso il campanile a vela provvisto di due campane, una del secolo XIV e una del XV. Nel 1943 la priorìa di san Donato contava 600 abitanti e tre oratori: san Giovanni Battista a Bellosguardo, san Michele Arcangelo a Dianella (villa Fucini) e san Pietro a Mercatale. La chiesa, anche se risalente all’incirca all’anno 1200, è stata riedificata intorno al 1800 e allo stato attuale si presenta pericolante: in particolare la struttura esterna (oltre che alla caduta di un pezzo di cornicione sopra l’ingresso principale) riporta lesioni su tutte le facciate, le quali sono principalmente dovute alla natura argillosa del terreno che mina la stabilità dell’ intera struttura. Nella parte interna è particolarmente critica la stabilità della cupola, fortemente lesionata dal cedimento di una trave e attualmente sorretta da ponteggi che ne evitano il crollo. La chiesa si trova proprio in una vecchia strada storica, che anticamente collegava Empoli a Vinci, Pistoia e a tutta la Valdinievole, come parte di antiche vie storiche che vedevano molto probabilmente negli edifici di culto luoghi di ristoro e di rifugio per i pellegrini. La chiesa di San Donato, grazie all’iniziativa di alcuni parrocchiani, ha partecipato al censimento nazionale del FAI (Fondo Ambiente Italiano) raccogliendo 6652 firme e collocandosi al 60° posto fra i luoghi del cuore più votati in Italia. Da circa un anno i parrocchiani stanno continuando la loro opera di sensibilizzazione per cercare di recuperare il loro bene di culto attraverso raccolte di fondi. La chiesa, causa condizioni precarie, è chiusa al culto da circa 18 anni, ma il sentimento che accomuna le persone che sostengono la causa di salvaguardia è lo stesso di un illustre toscano, Piero Calamandei, che così disse ai suoi ragazzi il 15 settembre del 1944: “Voi lo sapete: in Italia, e specialmente in Toscana, ogni borgo, collina, ogni svolto di strada, ha un volto come quello di una persona viva: non vi è curva di poggi o campanile di pieve che non si affacci nel nostro cuore col nome di un poeta o di un pittore, col ricordo di un evento storico che conta per noi quanto le gioie o i lutti della nostra famiglia”.