Restauro del Fonte battesimale della Pieve di S. Andrea di Furfalo

costo previsto
€ 8.934,65
donazioni raccolte
€ 8.934,65
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immagine progetto 'Restauro del Fonte battesimale della Pieve di S. Andrea di Furfalo'
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Documentata fin dal 998, La Pieve di Sant'Andea a Furfalo è una delle più antiche pievi del territorio pistoiese. Secondo alcuni studiosi, l’origine della chiesa battesimale è da porre in relazione con la presenza in Italia di missionari orientali, che, tra il VI e il VII secolo, fondarono nuovi centri di culto per supplire alla vacanza di molte sedi vescovili. Dedicata all’apostolo Andrea, particolarmente venerato nell’Oriente cristiano, sarebbe stata eretta per rispondere alle necessità delle popolazioni, rimaste separate dalla loro pieve a causa del conflitto che opponeva i Bizantini ai Longobardi. La Pieve ebbe lunghi anni di splendore culminati ai primi del trecento nella elezione a Chiesa Collegiata. Nel 1327 durante l’assedio al castello da parte di Castruccio Castracani fu definitivamente distrutta. Dell’antica struttura sono rimasti oggi soltanto imponenti ruderi in mezzo ad un bosco tra il paese di Serra e la valle della Nievole, che sono stati oggetto di due campagne di scavi archeologici nel 2002 e nel 2007 promossi dall’Amministrazione Comunale di Marliana in accordo con la Soprintendenza BAPASD di Firenze, Pistoia e Prato e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, grazie a determinanti contributi concessi dalla Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia. Fra gli interventi progettati fra il 2007 ed il 2008 e approvati sia dal Comune di Marliana che dalla competente Soprintendenza era previsto anche il restauro del fonte battesimale, che rappresenta il reperto storicamente e artisticamente più importante, dettagliatamente descritto da Roberto Pio Gatteschi ne “La Pievaccia della Farfagliana”. Il fonte battesimale della Pieve di S. Andrea di Furfalo, rappresenta il reperto storicamente e artisticamente più importante, dettagliatamente descritto da Roberto Pio Gatteschi ne "La Pievaccia della Farfagliana". Questo pezzo archeologico di dimensioni veramente rilevanti (circa 170 cm di diametro e circa 38 cm di altezza) al momento del rinvenimento non era più integro e i vari pezzi che lo componevano sono stati trasportati altrove con l'intenzione di procedere alla loro ricomposizione e restauto con inttegrazione di eventuali porzioni mancanti. Gli elementi presentano un avanzato stato di grado di deterioramento caratterizzato principalmente da esfoliazione, fratture e parti in fase di distacco che hanno provocato la perdita di materiale in spessore, inoltre, molti di essi sono suddivisi in uno o più pezzi. Il prolungarsi della giacenzia dei manufatti accatati all'aperto in luogo umido, ha poi favorito la formazione di muschi e licheni su tutte le superfici. Occorre intervenire mediante un accurato restauro conservativo.

Sostenitori

Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia
€ 8.934,65

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