LXXIX FESTA DEL TEATRO
Il Dramma Popolare ha da sempre posto al centro della propria produzione artistica una profonda riflessione sull’etica cristiana e sulle sfide morali dell’uomo di fronte a un mondo in continua evoluzione. Oggi, più che mai, il progresso tecnologico e sociale avanza a ritmi incalzanti, rendendo sempre più difficile prevederne e controllarne gli effetti. In questo scenario, emerge con forza la necessità di una rinnovata consapevolezza etica, che chiama in causa la responsabilità individuale e collettiva nel valutare le conseguenze delle proprie scelte sul piano sociale, ambientale e relazionale. Questa riflessione costituisce il cuore pulsante delle proposte culturali del Festival, dei "Venerdì del Dramma" e delle altre iniziative, con l’intento di promuovere un dialogo aperto sulla necessità di un’etica della responsabilità. In questo contesto, si collocano le due prime assolute presentate nel corso del Festival. Autodifesa di Caino di Andrea Camilleri diretto e interpretato da Luca Zingaretti offre una nuova lettura del personaggio biblico, ribaltando l’immagine tradizionale di Caino come simbolo assoluto del male. L’autore ci invita a interrogarci sulla natura della scelta e sulla relazione tra bene e male, suggerendo che il male possa essere, paradossalmente, necessario all’esistenza stessa del bene. Un’altra opera che affronta il tema del conflitto interiore è Il mulo e l’Alpino, di Xhuliano Dule con Aleksandros Memetaj uno spettacolo che racconta storie di paura, diserzione e ricerca di identità. Attraverso le vicende di Bepi il pubblico viene immerso in un universo di scelte difficili, dove il dovere militare si scontra con il desiderio di libertà. Infine, Bullet Catch, in prima nazionale, per la regia di Massimiliano Civitati con Alex Cendron porta in scena un’esperienza unica che fonde magia, illusione e dramma psicologico. Lo spettacolo tiene gli spettatori con il fiato sospeso fino all’ultimo istante, spingendoli a interrogarsi sul potere delle scelte e sulla reale libertà dell’essere umano. Queste tre opere, pur diverse per genere e stile, sono accomunate dalla volontà di esplorare la complessità delle decisioni umane e le loro implicazioni morali. Il Dramma Popolare, con la sua tradizione di teatro civile e di impegno etico, si conferma ancora una volta un luogo di confronto e crescita, dove l’arte diventa strumento di consapevolezza e trasformazione: anche le ospitalità sono da leggere in tale senso alternando artisti di fama come Saverio La Ruina Dissonorata, I sacchi di sabbia, I sette contro Tebe, Ettore Bassi, Il sindaco Pescatore, a giovani drammaturghi e artisti quali Luisa Borini, Molto dolore per nulla, Jonathan Lazzini, Qualcosa che inseguiamo con rabbia, Teresa Vila, Basta dire no, Fabio Pisano, Petricore.